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La lettrice della compagnia toscana Accademia Amiata Mutamenti ad Astràgali Teatro a Lecce

Ad Astràgali Teatro in via Giuseppe Candido a Lecce prosegue la rassegna “Teatri a Sud“, promossa dalla compagnia salentina con il sostegno del Ministero della Cultura.

Venerdì 6 e sabato 7 maggio (ore 20:30 – ingresso 5 euro) doppio appuntamento con il progetto “La lettrice” della toscana Accademia Mutamenti. Una proposta intima, una sosta, dedicata a un pubblico curioso di tutte le età. Due serate all’insegna di teatro e letteratura. Si parte venerdì con un grande classico, “La signora col cagnolino” di Anton Cechov, pubblicato nel 1898. Sabato, invece, spazio al  penultimo romanzo di un giovane scrittore contemporaneo di successo, già tradotto in 26 lingue, “Nives” di Sacha Naspini, uscito nel 2019. Sara Donzelli – con la cura scenica di Giorgio Zorcù –  accompagnerà il pubblico con la fragranza della sua voce e la maestria d’attrice, accompagnata da un lieve gioco di luci, musiche e immagini che rendono l’evento ogni sera unico.

La signora col cagnolino è il più celebre e fortunato racconto di Anton Cechov; in villeggiatura a Yalta si incontrano Dimitri e Anna, e si abbandonano l’una all’altro. Dimitri ha quarant’anni, è sposato con figli ed abita a Mosca. Anna ha vent’anni, è a sua volta sposata ed abita in una cittadina della provincia russa. Entrambi conducono una vita infelice. Tra i due si instaura un rapporto fatto di baci, carezze e lunghe passeggiate, fino al momento del loro rispettivo ritorno a casa. Dopo la separazione le loro vite non saranno più le stesse, continueranno a frequentarsi clandestinamente, e nel finale improvviso ci lasciano col mistero del loro futuro. È una storia semplice, ma nella sua apparente pacatezza è un vulcano in fermento: la parola poetica crea un mondo che scolpisce e dà vita a personaggi, situazioni, volti, emozioni e li proietta in una profondità lontana. La grandezza e l’abilità di Cechov stanno nel descrivere questa storia d’amore senza giudicare. Da perfetto osservatore descrive vizi e difetti umani, e dichiara che, nonostante tutto, si resta sempre affascinati dalla bellezza della vita.

Sacha Naspini immerge i suoi romanzi in una Maremma stralunata e feroce. Dopo la morte del marito, per Nives è un problema adattarsi alla solitudine e al silenzio di Poggio Corbello. Prendersi cura del podere senza scambiare una parola con anima viva la fa sentire come un fantasma… La notte è il momento più difficile. Poi ecco la soluzione: Giacomina. È la sua chioccia preferita, la vedova comincia a tenerla con sé. Tutte le angosce svaniscono d’incanto. Nives è sollevata, eppure non sa darsi una spiegazione: ha sostituito il marito con una bestiola. Arriva addirittura a pensare di essere felice… Finché avviene un fattaccio e a Nives s’impone l’ultima soluzione: chiamare Loriano Bottai, il veterinario. Quella che segue è una telefonata lunga una vita. Dall’emergenza di una chioccia imbambolata lo scambio tra Nives e Loriano devia presto altrove. Tra riletture di fatti lontani nel tempo e vecchi rancori si scoprono gli abissi di amori perduti, occasioni mancate, svelamenti difficili da digerire in tarda età. Finché risuonerà feroce una domanda: come è scoprire di aver vissuto all’oscuro di sé?

Venerdì 13 e sabato 14 maggio la rassegna Teatri a Sud” ospita Angelo D’Orsi, già ordinario di Storia del pensiero politico all’Università di Torino, si occupa di storia delle idee e degli intellettuali, di nazionalismo e fascismo, di guerra e di temi di teoria politica e di metodo storico. Venerdì alle 19 (ingresso libero), dialogando con Annalisa Presicce, il professore presenterà il suo volume “L’intellettuale antifascista – Ritratto di Leone Ginzburg” (Neri Pozza). Una biografia intensa quanto breve, quella del russo italiano, consumata fra il 1909 e il 1944, fra Odessa, dove nacque, e Roma, nel carcere di Regina Coeli precisamente, dove trovò la morte per mano dei nazifascisti. Da Viareggio e Forte dei Marmi, dove trascorreva le vacanze, a Torino, dove compí quasi tutti gli studi, dalle amicizie giovanili, in particolare quella con il compagno di banco Norberto Bobbio al Liceo D’Azeglio, fino al lavoro editoriale presso la casa editrice Einaudi, di cui fu fondatore con Giulio e con Cesare Pavese, l’intera esperienza biografica di Leone Ginzburg s’inscrive nel modello gobettiano di intransigenza politica e apertura culturale.  La biografia firmata da Angelo d’Orsi ci restituisce, in modo integrale, toccandone ogni aspetto, questa splendida figura d’intellettuale, che alla carriera accademica – alla quale era naturalmente portato, sulla base di una intelligenza superiore e di un eccezionale bagaglio culturale – preferí l’azione diretta per la libertà di tutti, fino a pagarne le conseguenze con la sua stessa vita. In un’epoca in cui gli intellettuali si piegarono, nella quasi totalità, al potere mussoliniano, Ginzburg rappresentò la splendida eccezione; fu, davvero, «l’intellettuale antifascista». Sabato alle 20:30 (ingresso 5 euro) sempre sul palco di Astràgali Teatro in scena “Un Gramsci mai visto” scritto e interpretato da d’Orsi e ispirato al suo libro “Gramsci. Una nuova biografia” (Feltrinelli). In cinque monologhi, intervallati da musiche e canti d’epoca a cura di Anna Cinzia Villani e Morris Pellizzari, lo storico fa rivivere Gramsci, in una narrazione appassionata e appassionante: la vita, gli affetti, la malattia, la sofferenza, gli incontri e gli scontri politici, l’elaborazione teorica, tra la Sardegna, Torino, Mosca, Vienna, Ustica, Milano, Turi, Formia e Roma, dove muore a 46 anni. Gramsci è il pensatore italiano più studiato oggi nel mondo, ma poco conosciuto in Italia, al di fuori della ristretta cerchia di specialisti. Gramsci, con la ricchezza del suo pensiero critico, con la sua volontà dialogica, con la sua dirittura morale, con il suo rigore intellettuale, con la sua creatività di pensiero e di linguaggio, con i suoi interessi così ampi e multiformi, appare un punto di riferimento tanto importante quanto negletto. Nello spettacolo le vicende umane di Gramsci, vengono proposte, in un intreccio con le vicende politiche e l’elaborazione di un pensiero originale, con la sua lenta affermazione sulla scena politica nazionale e internazionale, nei diversi contesti geografici, politici e umani, dalla Sardegna a Torino, dalla Russia al ritorno in Italia fino al carcere e alla clinica dove morrà, con la stesura dei Quaderni, e delle Lettere.

 
Giovedì 19 maggio (ore 20:30 – ingresso 5 euro) spazio a “Fimmene!“, spettacolo prodotto da Astràgali Teatro e firmato da Fabio Tolledi e Anna Cinzia Villani. La cantante, ricercatrice e musicista sarà in scena con le attrici della compagnia salentina Roberta Quarta Simonetta Rotundo. Canti di lavoro e d’amore, canti di nostalgia, canti di lotta e desiderio. Da questi canti, nascono i testi poetici scritti da Fabio Tolledi, che si intrecciano sonoramente alle melodie che parlano di noi, di antichi gesti, della voce che forte trascorre sulla terra e va verso il cielo, verso il mare. Canti polivocali, canti per più voci e per diversi modi di cantarli ma non solo, come dall’antica tradizione della trasmissione dei saperi attraverso il corpo, il canto, la danza, questi canti portano con sè racconti, aneddoti, ricette di cucina, visioni di un mondo certamente più umano. Un affresco su come le donne vengono raccontate dai canti della tradizione, e su come  rappresentino  se stessa attraverso il canto. Voci di donne che cantano la parola con grazia, coraggio e ironia e attraversano, cambiando, i tempi.

Venerdì 20 maggio (ore 20,30 – ingresso libero) appuntamento con “Femminile singolare – Narrative di corpi queer”.