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Il cantico dei cantici per lingua madre di Astràgali Teatro ed Ensemble Montesardo a Lecce

Giovedì 14 aprile (ore 20:30 – ingresso 5 euro), ad Astràgali Teatro in via Giuseppe Candido a Lecce, la rassegna “Teatri a Sud“, promossa con il sostegno del Ministero della Cultura, prosegue con lo spettacolo “Il cantico dei cantici per lingua madre” scritto e diretto da Fabio Tolledi. In scena le attrici della compagnia salentina, Roberta Quarta e Simonetta Rotundo, sono accompagnate dalle musiche eseguite dall’Ensemble Montesardo, coordinato dal Maestro Luca Tarantino (tiorba) e composto dal soprano Ludovica Casilli, dal mezzosoprano Kairi Kosk e da Livio Grasso (tiorba).

Tra i testi più misteriosi e segreti della tradizione sapienziale, presente nella Bibbia ebraica e cristiana, “canto assoluto d’amore e di conoscenza”, il Cantico (in ebraico Shir hashirim, in latino Canticum canticorum) già nel nome dice il suo essere il più sublime di tutti i canti, il suo adagiarsi tra le nuvole. Fabio Tolledi (attore, regista, autore, direttore artistico di Astràgali Teatro, vice presidente per l’Europa del network mondiale e presidente del Centro Italiano dell’International Theatre Institute – Unesco) traduce e reinterpreta il testo poetico, attribuito al Re Salomone, in una lingua madre neo-salentina. «Ogni anno scompaiono nel mondo oltre 20 lingue madri, una ogni due settimane. Di questo passo nell’arco di un secolo la metà delle 5mila lingue che si parlano oggi sulla terra saranno estinte», sottolinea Fabio Tolledi. «Le parole vivono e muoiono come gli esseri naturali e quando una lingua sparisce non si perdono solo i testi ma muore un modo di comprendere la natura, di ragionare, di percepire il mondo, di metterlo in parole, di dire l’amore. La traduzione del più grande poema d’amore mai scritto, il Cantico dei Cantici, in una lingua madre che abbiamo chiamato neo-salentino va esattamente nel senso opposto: ritrovare una lingua e, insieme, il mondo che in questa lingua dimorava. Diciamo l’amore, la morte, il desiderio, l’illusione, lo smarrimento, tutte figure presentissime nel Cantico, in una lingua arcaica e potente. Una lingua dove il suono è più forte e avvolgente del senso». Lo spettacolo è anche un libro/cd prodotto da Astràgali Edizioni – Eufonia Multimedia con il sostegno della Regione Puglia (Art 8, LR 12.2005 – Iniziative per la pace e per lo sviluppo delle relazioni tra i popoli del Mediterraneo).


Mercoledì 20 e giovedì 21 aprile (ore 20:30 – ingresso 5 euro) la rassegna 
Teatri a Sud” proseguirà, sempre ad Astràgali Teatro a Lecce, con “La rosa bianca“, cooproduzione con la compagnia Diaghilev. Un intreccio affascinante sul profondo legame tra musica e poesia con i suoni di Mauro Tre (piano), Marco Girardo (batteria), Stefano Rielli (contrabbasso) e le voci di Roberta Quarta e Fabio Tolledi. Legame antico, sotterraneo e mai abbastanza esplorato. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso molti poeti si sono misurati con questa modalità sempre attuale. Pasolini, Fortini, Calvino, Sanguineti, hanno fornito le parole a cui compositori importanti come Fiorenzo Carpi, Pietro Umiliani, Carlo Rustichelli hanno dato la musica. Il mondo della canzone pop ha, dal canto suo, immediatamente aderito con interpreti e autori del calibro di Domenico Modugno, Sergio Endrigo, Fabrizio De André, Enzo Jannacci. Questo percorso ha trovato ancora più forza nella pratica del teatro canzone, partendo dalla nascita del cabaret italiano. Dall’esperienza di Canta Cronache al teatro di Dario Fo, dalla ricerca del Canzoniere Italiano al lavoro di revival del folklore italiano che ancora oggi determina – anche nel territorio salentino – una forma vivace di ricerca e di esplorazione poetica. Non ultimo è da segnare la ricerca del sound del jazz italiano, che ha trovato in questo ambito una vitalità straordinaria ed un ulteriore terreno di sviluppo.

Giovedì 28 aprile (ore 20:30 – ingresso 5 euro), la compagnia “Therasia il garage delle arti” mette in scena, sempre ad Astràgali, “Il Cantico Spirituale (Sono io la tua sposa)” di e con Davide Morgagni (aiuto regia Valentina Sciurti, assistente di scena Elisa Tondo). Liberamente tratto dal poemetto di San Juan de la Cruz – San Giovanni della Croce (1542-1591), “dottor estatico”, riformatore e padre della Chiesa (confessore di Santa Teresa), l’adattamento teatrale ruota attorno alla figura della Sposa “divina”, o al rapporto intimo e di unione carnale con il sacro. Vedere il mondo con gli occhi di Dio, strappare il velo al dolce incontro. A partire dall’estasi Teresiana, attraverso le esperienze e le pratiche rituali che da millenni legano le culture orientali e occidentali, si insinua la chiave erotica, al di là dell’erotismo, del Cantico di Morgagni, diviso tra una mistica canonica e un’altra divenuta nei secoli clandestina. Gioco spirituale della luce diafana, gioco oratorio e fonico dei soffi, che della Parola libera la ferita e dell’Immagine poetica ribadisce il silenzio. È mistificazione? È pazzia? Forse l’antico gioco, la lunga partita aperta del Teatro.