Politica

La festa a tutti i costi: Con Novoli riflette sulla edizione da poco conclusa della Fócara.

In un paese estremamente provato, in cui tanti cittadini disperati si recano (invano) quotidianamente dal sindaco perché senza lavoro, c’è qualcosa che, malgrado tutto, ancora ci tiene impegnati (almeno apparentemente): la festa (a tutti i costi).

La festa patronale è per ogni paese un appuntamento annuale che mette insieme la fede cristiana, la cultura e le tradizioni del popolo, spesso legate alla dimensione contadina delle diverse realtà cittadine, tramandate di generazione in generazione. Tutte le feste patronali sono nate come momento di devozione, ma anche di ringraziamento per i buoni auspici e per la protezione che puntualmente si richiede al Santo con espressioni corali di sentimenti di fede profonda.

Nel corso degli ultimi anni, tali feste, a Novoli, appaiono slegate dalla realtà del territorio, dall’evoluzione sociale e ancor più dal momento storico, tradendo anche i significati più intimi della tradizione, (purché si faccia) sottraendo alla festa gli elementi caratterizzanti del ringraziamento, rendendola simile ad una inutile e costosissima sagra, in un contesto glaciale, molto distante dalle calde e festose atmosfere generate dal rito del fuoco e dall’accattivante fascino della Focara.

Può sembrare strano, forse perché qualcuno fa di tutto per farcelo dimenticare, ma purtroppo in pochi anni siamo passati da una visione lungimirante in cui agli occhi del mondo apparivamo come i custodi del fuoco buono, il messaggero di pace, eravamo “quelli” della Focara, il falò più grande del bacino del mediterraneo, capace di raccogliere e accogliere intorno a sé personalità di calibro internazionale, per far parlare di sé e della sua storia, della sua terra, del suo popolo e del suo Santo, con una ricaduta incredibile in termini di visibilità attraverso un articolato progetto per una politica di marketing territoriale mirata, di respiro internazionale, tesa alla destagionalizzazione, capace di intercettare importanti flussi del turismo slow, proponendo percorsi culturali, religiosi, d’arte, enogastronomici, con musica e spettacolo, il tutto condito con tanta tradizione popolare e profumo di terra di Puglia. Una miscela perfetta, capace in pochi anni d’incantare il mondo. Un’idea geniale messa in campo da qualcuno che ha saputo guardare al di là del suo naso, pianificando ogni cosa con una visione armonica e totale, condividendo il percorso con una fitta rete di collaborazioni ad ogni livello, tutto in perfetta armonia.

“Dall’armonia al caos totale il passo è stato breve”, potrebbe essere il titolo del film drammatico che racconta la storia dell’organizzazione e della gestione della festa di questi ultimi anni attraverso processi di trasformazione che hanno finito per confondere il fuoco con l’acqua.

E così siamo arrivati all’edizione 2022 dove della Focara è rimasto solo il suo fantasma, tristemente vestita di bianco, sola, come un’anima in pena nella desolazione del limbo, un paese paradossalmente reso deserto proprio a causa della sua presenza, da lei che era abituata a raccogliere ed accogliere la gente da ogni dove di ogni estrazione sociale e culturale. Perfino il Santo è stato tenuto rinchiuso nel suo Santuario. Che beffa! Non sappiamo in realtà cosa abbiano voluto organizzare ed a cosa siano veramente serviti tutti quei soldi spesi, quale sia stata la strategia e quale la ricaduta in termini di costi/benefici. Sappiamo per certo che a chi erano state affidate le politiche culturali e sociali perché ne facesse buon uso, oggi le è stata tolta la delega alla cultura, ci chiediamo se per sincera presa di coscienza da parte dell’Amministrazione o solo per disperata necessità di avere un capro espiatorio. (entreremo nel merito delle ragioni del rimpasto in una prossima nota)

Sicuramente quello che è balzato agli occhi di tutti è l’ostinazione (solitaria? A giudicare dal ritiro della delega si direbbe di sì) della festa a tutti i costi utilizzando ove necessario come scudo o come scusa anche il covid, a proprio uso e consumo, a seconda delle circostanze o delle rimostranze ricevute. Troppi soldi sprecati, dobbiamo dirlo, secondo noi potevano essere utilizzati meglio, ma di questo chiederemo conto. Restiamo pertanto in attesa di una puntuale rendicontazione, sperando che per i nostri amministratori, la necessità da parte nostra di chiedere conto su come vengono spesi i soldi dei cittadini non venga strumentalizzata o banalizzata come nota polemica, visto lo sperpero di risorse che negli ultimi tre anni puntualmente viene imputato a carico del bilancio comunale.

Una festa quindi senza gli elementi stessi della festa, senza luna park, senza bancarelle, senza gente e senza il Santo per le strade, solo il fantasma della Focara, macabro spettacolo per pochi intimi, impegnati a postare sui social le loro foto con grandi sorrisi a mascherare un triste scenario.

Una festa patronale così, non torni mai più, non lo merita Novoli, non lo merita chi crede e in fondo anche chi non crede.