Politica

Chiara Montefrancesco: «La ripartenza delle micro, piccole e medie imprese passa dal Titolo II-bis Meno burocrazia e tempi certi per chi è rimasto fuori»

«Accolgo con grande favore l’annuncio da parte del ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, di applicare una fiscalità di vantaggio al Mezzogiorno – commenta Chiara Montefrancesco candidata al Consiglio regionale nella lista “Emiliano Sindaco di Puglia”. Finalmente, viene da dire. Nell’improponibile dibattito che vuole contrapporre il Nord al Sud del Paese, la priorità è proprio quella di offrire maggiori opportunità di slancio proprio a quella parte d’Italia che, ce lo racconta Svimez, fa più fatica a ripartire. Non si tratta di campanilismo, ma di pari opportunità e di non discriminazione: ce lo insegna l’Ue. Se il Centro-Nord, infatti, dati alla mano, nel 2021 vedrà una crescita del Pil del 5,4%, il dato è esattamente dimezzato per il Sud (+2,3%), con una ripresa dell’occupazione, rispettivamente, del 2,5% e dell’1,3%. In questo panorama ai tempi della pandemia, sono la carenza di liquidità e il rischio che molte imprese non riescano a sopravvivere a fare la differenza nella ripartenza. Nel Mezzogiorno (dati Unioncamere), sono le micro imprese a soffrire di più, ovvero il 65%.

La Regione Puglia ha fatto tanto per queste ultime, grazie al Titolo II Capo 3 Circolante: solo nella provincia di Lecce, a fronte di 381 richieste, fino al 24 agosto scorso sono stati erogati mutui per quasi 180 milioni di euro, per un budget di sovvenzioni che ammonta a oltre 51 milioni di euro. Il Titolo II si rivolge a professionisti e a imprese micro, piccole e medie che operano principalmente nei settori del commercio, dell’artigianato, del manifatturiero, dei servizi e ha l’obiettivo di attivare nuova finanza da destinare alle immediate necessità per la ripresa delle attività economiche dopo il fermo imposto dall’emergenza da Covid-19. E sono proprio le micro e piccole imprese a comporre il nostro tessuto produttivo.

Ora la posta in gioco è alta. Dobbiamo ripartire con un Titolo II-bis, che sia più semplice e che permetta di ripartire a chi è rimasto fuori. Investire nel futuro non deve essere più un azzardo, ma un obiettivo da perseguire con tempi certi e con liquidità spendibile nell’immediato, senza troppi iter burocratici e passaggi tra l’ente creditizio e l’ente regionale».

Lecce, 5 settembre 2020